
Gabriele Maquignaz è attratto sin dagli esordi dalla lezione di Lucio Fontana, ma anche dall’action painting e dalle varie declinazioni dell’Informale, che diventano ispirazione e chiavi di lettura del suo percorso creativo. Se nel progetto da lui chiamato Codice Maquignaz colgo ancora una qualche rigidità espressiva, nella sua nuova stagione informale, il Big Bang che presentiamo alla Chiesa di San Lorenzo ad Aosta, mi pare che la sua energia creativa abbia trovato una strada piena di sorprese e animata da guizzi, una dimensione ormai liberata da reminiscenze simboliche per diventare espressione spontanea e compiutamente creativa.

Interpretare l’arte di Gabriele Maquignaz come le pipe duchampiane, Magritte permettendo, che inserisce in quei suoi teschi in decostruzione usciti dalla testa di chissà quale androide, a due o tre dimensioni, ora ricordando Basquiat, ora Tinguely: guai a prendere le cose troppo sul serio.

A cura di Guido Folco e Philippe Daverio.
Il superamento dello spazio-tempo nell’arte. Un giorno, seduto sotto il Cervino, guardando davanti a me, perso nel vuoto ho una grande intuizione: mi accorgo che lo spazio non basta più. L’arte necessita di un’evoluzione, oltre lo spazio, oltre il tempo, oltre l’universo e oltre l’infinito. Solo con la creazione della “porta dell’Aldilà” ho messo le basi per una nuova arte.
Il Superamento dello Spazio-Tempo nell'Arte.

Una monografia, ma anche un “manifesto” che raccoglie la produzione più recente di Gabriele Maquignaz, pittore e scultore con una visione internazionale del linguaggio artistico. Una sessantina di immagini, a partire dal 2013 e toccando inevitabilmente lo snodo cruciale del suo percorso, il “Codice Maquignaz”, ne raccontano l’evoluzione fino al “pianto”, elemento fondante dell’ultima produzione, espressione metaforica del dolore e della gioia.
Editoriale Giorgio Mondadori